Azotal II

Casalmaggiore, Cremona
Renders: Olivier Moreno

Il programma funzionale dell’intervento deriva dalla necessità di risolvere le inadeguatezze degli attuali spazi e uffici destinati ai diversi settori dell’azienda. Prevede il raddoppio delle superfici ad ufficio, la costruzione di una nuova vasca di prima pioggia, e una nuova soluzione per gli spazi di sosta dei veicoli di collaboratori, visitatori e direzione.

Il masterplan proposto si articola in tre elementi principali: 1-un nuovo ingresso dedicato ai veicoli non industriali e relativo parcheggio; 2-un nuovo fabbricato in cui soddisfare i nuovi requisiti definiti per gli uffici; 3-il recupero dell’edificio esistente per funzioni accessorie attualmente prive di collocazione (archivio, spogliatoi, laboratorio analisi).

La strategia proposta permette di realizzare l’intervento senza ostacolare lo svolgimento delle normali attività aziendali, sia amministrative che produttive.

Il progetto configura un assetto che possa relazionarsi con la scala del paesaggio e affermare una presenza rinnovata dell’azienda sul territorio più adeguata alla reale dimensione del complesso industriale in costruzione.

Il nuovo intervento assume una conformazione estesa sviluppandosi lungo il confine con la via di accesso alla proprietà e occupandone deliberatamente tutta l’estensione disponibile. Un dispositivo continuo aggrega il nuovo parcheggio, i nuovi uffici, e i collegamenti valorizzando il nuovo intervento come elemento unitario e rendendo incerta la distinzione tra fabbricato e spazi aperti in esso contenuti.

È costituito da una sequenza-successione di moduli verdi e metallici, e avvolge indistintamente spazi aperti e nuovo fabbricato secondo un ritmo irregolare.

Il parcheggio si configura quindi come un grande patio, mentre il perimetro del fabbricato acquisisce le caratteristiche di una facciata ventilata naturale.

I moduli verdi e metallici del rivestimento comunicano i caratteri identitari dell’azienda rappresentando simultaneamente la natura tecnologica e ambientalista della sua attività industriale.

Il progetto del nuovo edificio cerca di integrare spazi esterni e spazi di lavoro in modo da costituire tra di essi relazioni dirette e vincoli indissolubili. Le diverse funzioni sono quindi organizzate secondo una tipologia a patio in cui si annullano distanze e gerarchie tra spazi aperti e di lavoro.

Per una interpretazione consapevole del tipo adottato il progetto conduce una ricerca sull’evoluzione storica dei caratteri fondamentali del tipo a patio rilevando particolare interesse per gli esempi di antichità Classica a cui, probabilmente, risale l’ archetipo più puro in cui spesso l’unica apertura era la porta di ingresso e l’unica luce era quella del patio.

Libera da predeterminate esigenze formali di simmetria o di purezza geometrica, questa tipologia dimostrava in pieno la sua enorme versatilità; il patio, come un paradiso privato, conferiva un forte carattere emotivo e garantiva privacy funzionale e rappresentativa.

Nel progetto, il patio è assunto come elemento organizzatore degli spazi e delle relazioni tra le diverse aree di lavoro.

L’edificio si sviluppa, infatti, come sistema libero di spazi organizzati e rivolti verso giardini interni, ognuno con dimensioni e caratteristiche diverse.

In questo modo si ambisce a realizzare spazi essenziali, ma dotati di specifiche identità proprio in rapporto allo spazio esterno a cui ognuno di essi è rivolto.

La pioggia, la neve, il mutare del tempo e delle essenze; tutto questo, dentro lo spazio di lavoro, finalmente carico di emozione e vitale atmosfera.